SCIENZA
Anche nell'era dei social media, i gradi di separazione rimangono sei
La Teoria dei sei gradi di separazione, che suppone che ogni persona possa essere collegata a qualunque altra nel mondo attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari, è una delle teoria sociali più apprezzate e suggestive mai create, e potrebbe essere ancora valida anche oggi, nell'era dei social network.
Era la metà degli anni '60 quando un professore di Harvard spedì una lettera a uno sconosciuto contadino del Nebraska, sperando che, attraverso una rete di contatti del tutto casuale, la lettera sarebbe arrivata al suo vero destinatario a Boston.
Oggi, uno studio coordinato dall’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Isc) – firmato da ricercatori da Spagna, Israele, Russia, Slovenia e Cile - ha dimostrato che le connessioni sui social network ricalcano quelle che negli anni '60 aveva trovato Milgram.
Sei gradi di separazione sui social media
La Teoria dei sei gradi di separazione, che suppone che ogni persona possa essere collegata a qualunque altra nel mondo attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari, è una delle teoria sociali più apprezzate e suggestive mai create, e potrebbe essere ancora valida anche oggi, nell'era dei social network e nelle connessioni che si creano proprio sulle piattaforme digitali.
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Frigyes Karinthy e Stanley Milgram
Karinthy fu il primo, nel 1929, a teorizzare questo concetto nel racconto omonimo pubblicato nel volume "Catene1". Stanley Milgram invece fu colui che tentò di dimostrare in maniera empirica la veridicità della teoria. Dopo aver selezionato un gruppo casuale di persone, chiese loro di spedire un pacchetto a un estraneo che abitava nel Massachusetts, a diverse migliaia di chilometri di distanza. Ognuno di essi conosceva il nome del destinatario, il suo impiego e la zona in cui risiedeva, ma non l'indirizzo preciso. Fu quindi chiesto a ciascuno dei partecipanti all'esperimento di spedire il proprio pacchetto a una persona da loro conosciuta, che, a loro giudizio, poteva avere la maggiore probabilità di conoscere il destinatario finale. Il risultato fu che i pacchetti arrivarono a destinazione, e ci vollero, per tutti, tra i 5 e i 7 passaggi.
Lo studio
Pubblicato su 'Physical Review X', lo studio è stato coordinato dall’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Isc) – firmato da ricercatori da Spagna, Israele, Russia, Slovenia e Cile.
I risultati dello studio
Queste sono le parole di Stefano Boccaletti (Cnr-Isc) coordinatore dello studio, riprese dal sito fortunita.com: “I social network sono un alveare dinamico di individui che navigano nella rete alla ricerca di legami strategici. In questo modo mettono in atto un costante gioco costi-benefici, il cui scopo è quello di ottenere le giuste connessioni, che collocano l’individuo in una posizione centrale. Sorprendentemente abbiamo scoperto che questo processo si conclude sempre con percorsi sociali di lunghezza intorno al numero sei, nonostante ogni individuo agisca in modo indipendente e senza alcuna conoscenza sulla rete nel suo insieme”.
Ancora valida la teoria del mondo piccolo
La teoria del mondo piccolo o dei piccoli mondi, o effetto del mondo piccolo è una teoria matematica e sociologica che sostiene che tutte le reti complesse presenti in natura sono tali che due nodi qualunque possono essere collegati da un percorso costituito da un numero relativamente piccolo di collegamenti. Questa è comunque una teoria nata e basatasi su modelli analogici, che non prevedevano assolutamente un mondo globalizzato nella misura in cui è oggi. La ricerca invece ha dimostrato che, nonostante siano presenti enormi quantità di dati e algoritmi, la rete dei social network poggia comunque sul modello matematico del “piccolo mondo”.
Il superamento dell'esperimento di Milgram
Sempre Boccaletti sostiene che “L’esperimento di Milgram, per quanto rivoluzionario aveva un valore limitato in quanto influenzato dalle poche lettere che, effettivamente, avevano chiuso la catena”. L’aver condotto questo tipo di ricerca su una base ampia ed eterogenea come i social media dimostra che non solo le reti sociali, ma molti altri sistemi complessi si sviluppano secondo i medesimi principi.
La prova del Covid-19
La prova che ad enormi sistemi complessi basta un numero limitato di collegamenti per spargersi nel mondo è data dai virus, prendendo in esame anche il recente Covid-19. Infatti, la velocissima diffusione dell’infezione da Covid ha rappresentato una ulteriore prova che, entro sei cicli di infezione, anche un virus può velocemente attraversare il pianeta.